La missione apostolica e la nostra responsabilità
Il Vangelo di questa domenica racconta l’invio in missione degli Apostoli (Mc 6,7-13). “Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri” (v 7). Il Signore aveva scelto gli Apostoli perchè stessero con Lui percorrendo le strade della Galilea e per farli diventare pescatori di uomini. Avevano ascoltato i suoi insegnamenti e visto molti miracoli. Ora Gesù li invia in missione. Non bisogna mai dimenticare che il fondamento di questa missione è Gesù che invia e pertanto essa non va nasce da iniziativa personale e non va intesa come protagonismo umano. L’essere mandati “a due a due” indica che la missione non è un’opera individuale ma l’uno può contare sull’altro, portando insieme pesi, condividendo gioie e offrendo in tal modo una testimonianza di fraternità. Gesù poi conferisce ai suoi il “potere sugli spiriti impuri” cioè il suo stesso potere di comandare sui demoni. “E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche” (vv 8-9). Qui siamo difronte a un comando del Signore che propone una missione caratterizzata dalla mancanza di mezzi umani ed economici che possono dare garanzie. Si elencano in modo dettagliato e perentorio le cose da non portare e quelle da portare con sé. Un elenco sconcertante all’insegna della sobrietà, della precarietà e della povertà per farci comprendere che c’è una radicalità nella missione data da Gesù a cui non si deve anteporre nulla, neppure ciò che riteniamo indispensabile per vivere. Le uniche concessioni riguardano il bastone, i sandali e per la tunica ne prevede una sola: equipaggiamento ridotto ai minimi termini per un viaggio missionario. I sandali e il bastone richiamano gli Israeliti che nel libro dell’Esodo mangiano l’agnello pasquale “con i sandali ai piedi e il bastone in mano” (Es 12, 11) pronti a partire a motivo della liberazione dalla schiavitù d’Egitto. Allo stesso modo, pronti a partire per la missione loro affidata dal Signore devono essere gli Apostoli e oggi la Chiesa. Si tratta di camminare in modo spedito e libero, spogli da sicurezze umane e avendo come unico appoggio il Signore Gesù (cfr Sal 23,4). E tutto il resto potrà essere dato o non dato. Infatti il testo evangelico continua “E diceva loro: Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro” (vv 10-11). Non si tratta di essere inviati approfittandosi dell’ospitalità di chi ti accoglie. Certo ben venga l’ospitalità che però non deve essere per sempre perché l’inviato è chiamato a partire e continuare la sua missione. E si deve mettere in conto anche la possibilità del rifiuto. Scuotere la polvere da sotto i piedi era un gesto simbolico che ogni israelita compiva quando lasciava la terra pagana e ora diventa il gesto dell’apostolo non ascoltato e accolto nella missione evangelica. È un gesto forte e significativo che attesta il rifiuto e tutta la responsabilità di chi si oppone. Ma questo non ferma il cammino anzi occorre continuare la missione rivolgendosi ad altri sull’esempio di Gesù. “Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano” (vv 12-13). I gesti e le parole di Gesù ora sono riprodotti dagli Apostoli. C’è una continuità tra Gesù e gli Apostoli e tra questi e la Chiesa oggi nell’annuncio e nelle opere. La Chiesa ha una grande responsabilità: annunciare il Vangelo e predicare la conversione, espellere il male che insidia l’uomo e prendersi cura dei malati. Ecco il contenuto della missione apostolica a cui essere fedele. Grande responsabilità ha anche il cristiano chiamato a fare le sue scelte e accogliere la grazia che gli viene incontro. Molto c’è da riflettere per chi nella Chiesa è chiamato a questa missione così per chi riceve l’annuncio evangelico.