Alla scuola della Santa famiglia
Festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe. Il Figlio di Dio fatto uomo è nato in una famiglia, dove è stato nutrito e allevato, educato e aiutato a crescere. Maria e Giuseppe hanno insegnato a Gesù non solo a camminare e parlare ma anche a pregare. I genitori collaborano con Dio non solo nel generare la vita e nell’aiutarla a crescere ma, se sono cristiani, si impegnano anche nell’educare i figli alla fede. L’evangelista Luca ci propone oggi il racconto della presentazione di Gesù al Tempio (2,22-40). “Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la Legge di Mosè, (Maria e Giuseppe) portarono il bambino (Gesù) a Gerusalemme, per presentarlo al Signore …” (vv 22-23). Nella tradizione d’Israele i figli non sono proprietà esclusiva dei genitori ma sono offerti a Dio. Maria e Giuseppe non trattengono gelosamente Gesù solo per loro, ma lo presentano a Dio e in tal modo lo donano a tutta l’umanità. Quale grande insegnamento per noi: i figli non sono qualcosa da possedere o su cui far prevalere un potere. Sono un dono di Dio per i genitori e per tutti: sono da custodire e accompagnare, educare a quei valori umani e spirituali che rendono migliori le persone e il mondo. E nel Tempio avviene un incontro sorprendente con un uomo di nome Simeone: “Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù…anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio dicendo: Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza…” (vv 27-30). Immaginiamo solo per un attimo questa scena e cosa ha provato quest’uomo sapendo di trovarsi davanti al Messia. Tutta la sua vita sta in quel bambino che è tra le sue braccia ed eleva a Dio un inno di lode e di ringraziamento. Così farà anche la profetessa Anna (cfr v 36-38). La loro gioia e la felicità siano la nostra gioia ogni volta che incontriamo Gesù nella Parola di Dio e nell’Eucaristia! Questo momento è poi contrassegnato da una considerazione: “Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui” (v 33). È lo stesso stupore che anche noi possiamo sperimentare ogni volta che ascoltiamo con attenzione e disponibilità d’animo il Vangelo che ci parla di Gesù. Dalla bocca di Simeone escono poi parole profetiche che indicano il dolore e la sofferenza, preannunciando, di fatto, la passione di Cristo: “Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori” (vv 34-35). Anche oggi Gesù è segno di contraddizione che svela ciò che c’è nel nostro cuore. Egli è qui per far cadere tutto quel mondo di maschere e di bugie, di falsità e di illusioni in cui siamo immersi e farci risorgere a vita nuova. E in questo mistero di Gesù che lo porterà alla croce è coinvolta anche Maria, madre di Gesù e madre nostra. Concluso il rito, Giuseppe e Maria avendo adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, a Nàzaret. “Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui” (v 40). Magari i figli di oggi potessero fare la stessa esperienza di Gesù nelle rispettive famiglie con genitori che vivono un’autentica vita cristiana e trasmettono l’amore per Dio e per il prossimo! In questo tempo spesso la famiglia è rivolta solo alle cose del mondo. Gesù che ha voluto vivere in una famiglia ci conceda di recuperarne il senso e significato più profondo per costruire una famiglia, una comunità, un mondo nei quali prevalgano l’amore e la concordia, l’accoglienza e la solidarietà, la benevolenza e la pace. Oggi è anche l’ultimo giorno dell’anno. Domani celebriamo la solennità di Maria Madre di Dio. Non dimentichiamo di ringraziare il Signore per tutti i doni ricevuti in questo anno e invochiamo la grazia di Dio, per intercessione di Maria, sul nuovo anno che sta per iniziare. Auguri di ogni bene a tutti i lettori!